Dopo Fabio Cannavaro anche l’ex manager del Manchester City Mark Hughes nel mirino dell’Al Ahli.
Il tecnico gallese pare pronto all’avventura. Non proprio un azzardo: a Dubai verrebbe ricoperto d’oro come Felipe Scolari in Uzbekistan (15 milioni di euro l’anno). Scolari dopo un anno e mezzo ha lasciato, non si vede perché Hughes dovrebbe restare più a lungo. Ma al momento nessuno avanza dubbi: Hughes è l’uomo che dovrà portare l’Al Ahli in cima al mondo. I campioni degli Emirati Arabi Uniti hanno infatti l’accesso diretto, come campioni del Paese organizzatore, al Mondiale per club. I titoli che lo sceicco Shaikh Hamdan Bin Mohammad Al Maktoum sogna per la sua squadra sono la Champions League asiatica e il Mondiale per club. Paradossalmente è più difficile raggiungere la prima, mentre per aggiudicarsi la seconda è sufficiente conquistare il campionato (sfuggito quest’anno ma traguardo sempre alla portata) e poi “solo” quattro partite: il preliminare contro i campioni d’Oceania, quarti, semifinali e finale.
La prospettiva di un budget pressoché illimitato, sul tipo di quello assaportato al Manchester City per poco più di un anno, è l’elemento che Hughes utilizza per giustificare la decisione di accettare l’offerta “molto stimolante”. L’ex tecnico gallese nelle ultime settimane aveva detto no al Celtic Glasgow e negli ultimi giorni al Fulham, in cerca del sostituto di Roy Hodgson (l’unico ostacolo all’accordo dell’ex tecnico interista col Liverpool è rappresentato dallo scarso apprezzamento mostrato da tifosi e giocatori che al posto di Rafa Benitez vorrebbero Kenny Dalglish).
L’acquisto di Cannavaro e quello di Hughes, quasi certo (altrimenti è già pronto a subentrare Sven Goran Eriksson), sono colpi geniali per far conoscere l’Al Ahli in tutto il pianeta. Operazioni che ricalcano quelle dei New York Cosmos negli anni Settanta e più recentemente del Bunyodkor con Rivaldo e Scolari. E anche stavolta il destino è segnato: gloria e visibilità assicurate ma per le vittorie sul campo rivolgersi altrove. ECL