Seconda vittoria consecutiva in trasferta e l’Inter, almeno in Champions League, è prima. Per i nerazzurri guardare dall’alto in basso un girone che comprende Cska Mosca, Lille e Trabzonspor non dovrebbe far notizia. E invece l’1-0 firmato da Pazzini, dopo lo scivolone casalingo all’esordio con i turchi e le ripetute brutte figure in campionato, diventa un risultato prezioso per il morale e le prospettive europee. Gli ottavi di finale per la squadra di Ranieri non sono in dubbio. Per mancanza di rivali. Troppo inesperto a livello internazionale il Lille; troppo fragile in difesa il Cska; semplicemente non all’altezza, anche se al momento la classifica sembra dire il contrario, il Trabzonspor, ripescato in extremis per rimpiazzare il Fenerbahce (squalificato per lo scandalo delle partite truccate nell’ultimo campionato turco).
Benedetto sorteggio dunque, che ha gratificato i nerazzurri del girone più abbordabile, in una stagione nata male. Una sequenza di eventi che ha prodotto un mix micidiale: l’improvviso addio di Leonardo in estate e l’avvicendamento senza convinzione con Gasperini; la cessione del miglior giocatore in squadra (Samuel Eto’o); una campagna acquisti carattterizzata da errori (Forlan non può giocare in Europa) e rattoppi (Zarate è stato preso in prestito); gli infortuni e la condizione approssimativa dei giocatori più esperti (Maicon, Samuel, Chivu, Stankovic, Cambiasso, Milito). In questo marasma è stato chiamato Claudio Ranieri, che si è destreggiato come sempre ha fatto quando ha preso una squadra in corsa, cercando di dare un gioco chiaro, semplice e applicabile col minor dispendio di energie. In altre parole: difesa solida e bloccata, centrocampo coperto e attaccanti votati al contropiede.
Coerente con la volontà di non creare confusione alla squadra, a Lille Ranieri non cambia il 4-3-1-2 perdente a Catania ma ne modifica gli interpreti. Ritorna tra i pali Julio Cesar, che si rivelerà decisivo nel proteggere il vantaggio; Chivu, per sua gioia, viene schierato al posto dell’infortunato Samuel come centrale di sinistra (e se la cava egregiamente); a centrocampo Thiago Motta fa il suo esordio stagionale nel ruolo di playmaker basso, davanti alla difesa, con Zanetti alla sua destra e Cambiasso a sinistra, con Sneijder nel ruolo di rifinitore; davanti Pazzini è affiancato da Zarate: coppia che combina forza e velocità, e soprattutto può tenere in apprensione qualunque retroguardia. Al 21′ il duo d’attacco, con l’aiuto decisivo di Sneijder, produce un contropiede ad altissima velocità, che mette Pazzini in condizione di siglare il gol decisivo, dopo una rapida serie di triangolazioni con cui i tre bucano la difesa transalpina. Azione travolgente che entusiasma per l’abilità con cui Sneijder, Zarate e Pazzini riescono a fare 40 metri di campo, facendo a fette una difesa schierata. Gran gol.
La reazione del Lille è affidata a lampi sporadici del gioiello belga Hazard e dell’ex Liverpool e Chelsea Joe Cole. Troppo poco: alla squadra di Garcia manca tremendamente Gervinho, uomo chiave nel doppio successo campionato-coppa di Francia della passata stagione. Né Cole né Payet hanno finora dimostrato di poter prendere il posto dell’esterno d’attacco passato all’Arsenal: meno mobili, meno imprevedibili, meno goleadormeno capaci di saltare l’uomo. Meno tutto. Ma l’Inter di questi tempi fa fatica contro chiunque e anche il Lille a scartamento ridotto impaurisce Ranieri, che nella ripresa rimpiazza Zarate e Sneijder con Obi e Stankovic, passando al 4-4-2. Cambi di uomini e assetto che mandano un messaggio preciso a squadra e avversari: da questo momento in poi difendiamo l’1-0. E, seppur con qualche patema, l’obiettivo alla fine è centrato. Nel tentativo di puntellare il centrocampo per proteggere la difesa, Ranieri ha però liberato da ogni preoccupazione difensiva gli esterni del Lille che hanno così potuto attaccare nell’ultima mezz’ora con maggior libertà. C’è da scommettere che gli applausi di oggi, si tramuteranno presto in fischi se scelte del genere non verranno sostenute dai risultati. ECL EUROPA
Benedetto sorteggio dunque, che ha gratificato i nerazzurri del girone più abbordabile, in una stagione nata male. Una sequenza di eventi che ha prodotto un mix micidiale: l’improvviso addio di Leonardo in estate e l’avvicendamento senza convinzione con Gasperini; la cessione del miglior giocatore in squadra (Samuel Eto’o); una campagna acquisti carattterizzata da errori (Forlan non può giocare in Europa) e rattoppi (Zarate è stato preso in prestito); gli infortuni e la condizione approssimativa dei giocatori più esperti (Maicon, Samuel, Chivu, Stankovic, Cambiasso, Milito). In questo marasma è stato chiamato Claudio Ranieri, che si è destreggiato come sempre ha fatto quando ha preso una squadra in corsa, cercando di dare un gioco chiaro, semplice e applicabile col minor dispendio di energie. In altre parole: difesa solida e bloccata, centrocampo coperto e attaccanti votati al contropiede.
Coerente con la volontà di non creare confusione alla squadra, a Lille Ranieri non cambia il 4-3-1-2 perdente a Catania ma ne modifica gli interpreti. Ritorna tra i pali Julio Cesar, che si rivelerà decisivo nel proteggere il vantaggio; Chivu, per sua gioia, viene schierato al posto dell’infortunato Samuel come centrale di sinistra (e se la cava egregiamente); a centrocampo Thiago Motta fa il suo esordio stagionale nel ruolo di playmaker basso, davanti alla difesa, con Zanetti alla sua destra e Cambiasso a sinistra, con Sneijder nel ruolo di rifinitore; davanti Pazzini è affiancato da Zarate: coppia che combina forza e velocità, e soprattutto può tenere in apprensione qualunque retroguardia. Al 21′ il duo d’attacco, con l’aiuto decisivo di Sneijder, produce un contropiede ad altissima velocità, che mette Pazzini in condizione di siglare il gol decisivo, dopo una rapida serie di triangolazioni con cui i tre bucano la difesa transalpina. Azione travolgente che entusiasma per l’abilità con cui Sneijder, Zarate e Pazzini riescono a fare 40 metri di campo, facendo a fette una difesa schierata. Gran gol.
La reazione del Lille è affidata a lampi sporadici del gioiello belga Hazard e dell’ex Liverpool e Chelsea Joe Cole. Troppo poco: alla squadra di Garcia manca tremendamente Gervinho, uomo chiave nel doppio successo campionato-coppa di Francia della passata stagione. Né Cole né Payet hanno finora dimostrato di poter prendere il posto dell’esterno d’attacco passato all’Arsenal: meno mobili, meno imprevedibili, meno goleadormeno capaci di saltare l’uomo. Meno tutto. Ma l’Inter di questi tempi fa fatica contro chiunque e anche il Lille a scartamento ridotto impaurisce Ranieri, che nella ripresa rimpiazza Zarate e Sneijder con Obi e Stankovic, passando al 4-4-2. Cambi di uomini e assetto che mandano un messaggio preciso a squadra e avversari: da questo momento in poi difendiamo l’1-0. E, seppur con qualche patema, l’obiettivo alla fine è centrato. Nel tentativo di puntellare il centrocampo per proteggere la difesa, Ranieri ha però liberato da ogni preoccupazione difensiva gli esterni del Lille che hanno così potuto attaccare nell’ultima mezz’ora con maggior libertà. C’è da scommettere che gli applausi di oggi, si tramuteranno presto in fischi se scelte del genere non verranno sostenute dai risultati. ECL EUROPA
UEFA Champions League 2011-12 / Terza giornata fase a gironi – Lille, stadio Metropole
LILLE-INTER 0-1 (0-1)
Lille: Enyeama; Debuchy, Basa, Chedjou, Beria; Balmont (81′ Gueye), Mavuba, Pedretti (63′ Payet); J.Cole (75′ Obraniak), Sow, Hazard. Allenatore: Garcia
Inter: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Chivu, Nagatomo; J.Zanetti, Thiago Motta, Cambiasso; Sneijder (67′ Stankovic); Zarate (63′ Obi), Pazzini (81′ Milito). Allenatore: Ranieri
Arbitro: Webb (Inghilterra)
Rete: Pazzini 21′
Ammoniti: Chedjou, Pedretti; Chivu
Rete: Pazzini 21′
Ammoniti: Chedjou, Pedretti; Chivu
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