Manchester City-Inter 1-0

Tre, quattro, cinque? Alla vigilia della finale di Istanbul si ipotizzavano i gol di scarto del City sull’Inter e in particolare quelli di Haaland. Sulla carta la netta vittoria del Manchester City non era in discussione. E se alla fine il successo del City nell’Uefa Champions League 2022-23 è comunque arrivato, con un rocambolesco gol di Rodri, questa resterà la finale dei rimpianti dell’Inter.

Nella finali di Champions raramente vince lo spettacolo, ancor più di rado vince il migliore ma sempre il più spietato. Non è un caso che negli ultimi anni gli uomini che hanno messo la firma sui trionfi di Bayern, Chelsea e Real Madrid siano stati gli estremi difensori: Neuer, Mendy e Courtois. La differenza è che nella finale di Istanbul a mettere in cassaforte il successo della squadra che ha avauto meno occasioni non è stato l’estremo difensore ma l’attacco avversario. Se si può parlare di sfortuna nella doppia occasione mancata da Dimarco, in quelle divorate da Lautaro e Lukaku c’è un’imperdonabile incapacità di cogliere il momento, la portata dell’occasione. E’ la differenza tra i buoni giocatori e i campioni, tra chi si prende gli applausi e chi la coppa.

L’Inter ha tenuto in scacco il City per larghi tratti e anche quando ha sofferto il possesso palla dei citizens ha dimostrato di saperlo arginare e indirizzare verso zone di campo meno problematiche. La prestazione di Onana e del trio di centrali Darmian, Acerbi e Bastoni è stata impeccabile, così come le prove di Dimarco e Barella, assolutamente a proprio agio sia nei ripiegamenti difensivi che nei panni dei guastatori. Ugualmente generosa ma più opaca la prova del resto della squadra, che avrebbe comunque meritato almeno la soddisfazione di giocarsi i supplementari. E invece con l’imprevisto successo di misura arriva la prima UEFA Champions League dei citizens, che proprio ai danni dei nerazzurri completano il proprio triplete (o treble, per dirla all’inglese), dopo aver vinto il campionato e FA Cup. L’Inter invece completa il tris di sconfitte di misura delle italiane impegnate nelle tre finali continentali: prima la Roma battuta ai rigori dal Siviglia in Europa League, poi la Fiorentina messa sotto allo scadere dal West Ham in Conference League e infine i nerazzurri a Istanbul.

Come detto, un ko troppo severo per l’Inter. Nel primo tempo il possesso palla del City infatti c’è stato, così come l’incessante movimento di Stones, centrale libero di avanzare e trasformarsi in centrampista aggiunto. Tanto fraseggio ma non abbastanza da togliere il respiro ai nerazzurri che tutto sommato hanno rischiato poco: al 5′ Bernardo Silva leva il respiro ai tifosi della beneamata ma per fortuna loro il bellissimo sinistro sfiora il palo. Poco prima della mezz’ora Haaland tira a botta sicura da distanza ravvicinata ma Onana è pronto con la manona sinistra. Poco, davvero poco per l’incredibile squadra messa a disposizione di Guardiola, che in finale può permettersi di lasciare in panchina giocatori come Mahrez, Foden, Walker, Phillips e Laporte. Neanche chi gioca su Fifa può permettersi tanta abbondanza. Al 36′ Kevin De Bruyne alza bandiera bianca per infortunio muscolare, come gli era già successo nella finale persa contro il  Chelsea, ed al suo posto Pep Guardiola manda in campo Foden. Si va al riposo sullo zero a zero.

Le prime battute della ripresa sono pimpanti ma con nessuna conclusione. Al 56′ Dzeko termina la benzina e lascia il posto a Lukaku. Dopo due minuti arriva la prima grande occasione dell’Inter: pasticcio difensivo di Akanji, ne approfitta Lautaro Martinez che però, anziché servire il belga appena entrato o l’accorrente Brozovic, tira la palla addosso a Ederson. Gol mancato, gol subìto: al 67′ Rodri insacca con un piattone destro imparabile al termine della prima vera e propria azione avvolgente dei britannici, aiutata da un rimpallo involontario di Bastoni che si tramuta in assist perfetto per il grande regista spagnolo.

Non finisce qui. Arrivano altre grandi chances per l’Inter per riaprire la finale. Dopo soli due minuti Di Marco è autore di due colpi di testa: il primo termina sfortunatamente sulla traversa, il secondo sul corpo di Lukaku che stava purtroppo tra lui e Ederson. Il belga va al tiro al 69′ però per l’estremo difensore rivale c’è una facile parata centrale. Dopo dieci minuti si risveglia il City con Foden che sciupa il raddoppio spedendo in pancia a Onana.

All’82’, dopo parecchi chilometri, Stones lascia il campo per Walker. I nerazzurri rispondono con ben quattro cambi: Mkhitaryan, Gosens, Bellanova e D’Ambrosio dentro, Calhanoglu, Darmian, Dumfries e Bastoni fuori. Dall’88’ al 95′ la grande sfortuna dell’Inter si prende la scena. Prima Lukaku da un metro centra il ginocchio di Ederson con la sfera che successivamente va clamorosamente in corner su una casuale deviazione difensiva di Dias. All’ultimo secondo l’arbitro polacco Marciniak fa battere un corner che Gosens intercetta di testa ma Ederson è ancora strepitoso.

Finisce qui: City Campione d’Europa dopo aver vinto anche tutto nella stagione in Inghilterra; Inter disperata per aver mancato una dietro l’altra tutte le occasioni di riscrivere la storia della coppa e di una stagione. LECHAMPIONS EUROPA

UEFA Champions League 2022-23 – Finale / Istanbul, stadio Ataturk

MANCHESTER CITY-INTER 1-0 (0-0)

Manchester City: Ederson, Akanji, Stones (82′ Walker), Ruben Dias, Ake; Gundogan, Rodri, De Bruyne (36′ Foden); Bernardo Silva, Haaland, Grealish. All. Pep Guardiola
Inter: Onana, Darmian (84′ D’Ambrosio), Acerbi, Bastoni (76′ Gosens); Dumfries (76′ Bellanova), Barella, Brozovic, Calhanoglu (84′ Mkhitaryan), Dimarco; Dzeko (Lukaku 57′), Lautaro Martinez. All. Simone Inzaghi

Arbitro: Marciniak (Polonia)
Rete: Rodri 68′
Ammoniti: Ederson, Haaland; Onana, Barella.

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