A 85 anni si è spento nel sonno Nathaniel Lofthouse. E’ stato il più grande calciatore della storia del Bolton e uno dei centravanti più prolifici della storia della nazionale inglese. I numeri sono inequivocabili: 30 gol in 33 partite, con doppietta all’esordio nel 2-2 contro la Jugoslavia il 22 novembre 1950.
Lofthouse è stato il calciatore-bandiera per eccellenza: non si è mai allontanato da Bolton, qui è nato, ha giocato sempre e solo nella squadra locale ed è rimasto nella sua città sino alla morte. Le statistiche impressionanti, quasi un gol a partita, lo iscrivono tra i più grandi bomber del calcio d’Oltremanica.
Era l’idolo di un altro grandissimo centravanti inglese: Jimmy Greaves. In comune avevano solo le favolose percentuali di realizzazione: veloce e opportunista Greaves, potente e ruvido Lofthouse. Classico sfondatore, tutto potenza e coraggio.
Le due imprese che hanno fatto di Lofthouse un mito, immortalano un calcio scomparso, irripetibile. Coi regolamenti attuali non avremmo mai avuto il Leone di Vienna. Così il centravanti del Bolton era stato soprannominato dal giornalista del Daily Express Desmond Hackett dopo l’incredibile prestazione nella sfida del 25 maggio 1952 contro l’Austria al Prater di Vienna. Sette giorni prima l’Inghilterra aveva pareggiato 1-1 a Firenze con l’Italia e Hackett era stato uno dei più decisi a chiedere l’estromissione di Lofthouse dall’undici titolare a favore della leggenda del Newcastle Jackie Milburn. Ma nel 3-2 del Prater Lofthouse smentirà tutti i suoi critici, segnando due gol di cui uno indimenticabile. Il terzo. Quello che sul finire di gara, con le squadre sul 2-2, dà il successo agli inglesi, ormai da parecchi minuti arroccati a difesa della propria porta. Al termine di uno dei tanti attacchi austriaci della seconda frazione, il portiere inglese Gil Merrick prova a lanciare il centravanti del Bolton, unico britannico a ridosso della metacampo avversaria. Ricevuta palla Lofthouse si lancia verso la porta austriaca: un difensore prova subito a fermarlo con una gomitata in pieno volto, ma il bomber – col sangue che gli esce dal naso – prosegue la sua corsa per poi essere quasi falciato con un tackle da dietro: viene sbilanciato, perde l’equilibrio per qualche attimo, ma riesce a proseguire e, entrato in area, aggira con un tocco l’estremo difensore locale per scattare ancora e riprendere la palla poco prima che varchi la linea di fondo mettendo in rete. Non ha neanche la forza di esultare: sviene. Viene portato fuori dal rettangolo di gioco dai compagni, per poi rientrare qualche minuto più tardi. Con le regole attuali una cavalcata del genere non sarebbe nemmeno iniziata: l’arbitro avrebbe espulso l’autore del primo fallo. La fisicità del calcio di allora vede Lofthouse protagonista anche nella finale di Coppa d’Inghilterra del 1958 quando il Bolton, grazie alla doppietta del suo centravanti, supera 2-0 quel che rimane del Manchester United dopo la tragedia di qualche mese prima sulla pista di Monaco di Baviera. Il secondo gol dei Wanderers arriva infatti dopo una carica di Lofthouse su Harry Gregg, che fa perdere il controllo del pallone al portiere dello United, che finisce in rete assieme al pallone. Anche in questo caso, con i regolamenti attuali quel gol non si sarebbe mai visto. ECL
Nathaniel Lofthouse
Nato il 27 agosto 1925 a Bolton
Morto il 15 gennaio 2011 a Bolton
Ruolo
Centravanti
Squadra
1939-1960 Bolton (452 presenze, 255 reti)
Nazionale
Inghilterra (33 presenze, 30 reti)
Titoli
1953 Calciatore dell’anno
1958 Coppa d’Inghilterra
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