Milan, campione d'Europa 2003

Hanno fatto di tutto per non vincerla, ma alla fine qualcuno doveva sollevarla quella coppa. E’ toccato al Milan. Per la sesta volta nella sua storia, secondo solo al Real Madrid (a quota nove).

E’ anche la sesta coppa Campioni in casa del capitano rossonero Paolo Maldini: nelle nove finali giocate dal Milan c’è sempre stato un Maldini in campo, quarant’anni fa papà Cesare a Wembley, adesso Paolo all’Old Trafford. Vittoria record anche per Clarence Seedorf, primo giocatore della storia ad aver vinto la Champions league con tre squadre diverse (Ajax e Real le altre due).

Dopo una vittoria ai rigori non si può parlare di merito o superiorità. Ma se nel calcio come nella boxe esistessero le vittorie ai punti, il Milan si sarebbe aggiudicato l’incontro. I rossoneri complessivamente hanno giocato meglio dei rivali, soprattutto nei primi quarantacinque minuti. La vera Juventus, forse bloccata a Fiumicino coi suoi tifosi, non si è mai vista. Se non nel primo quarto d’ora della ripresa in cui Conte, subentrato a un Camoranesi che ha avuto sulla partita lo stesso impatto di Nedved e Chimenti, ha colpito la traversa e ha tentato per tre volte di soprendere Dida con conclusioni dal limite. Tutto qui. La Juventus, 27 volte campione d’Italia, non è stata in grado di produrre altro. Verrebbe da dire che al di qua delle Alpi è più facile vincere per Moggi e i suoi adepti. Ma la grande favorita Real Madrid è stata eliminata dai bianconeri, e non si trattava della coppa Italia.

Per Lippi è la terza finale persa su quattro, in tutte godeva dei favori del pronostico. Il tecnico viareggino che, come Fabio Capello, riesce a vincere i campionati per inerzia sembra perdere convinzione e freddezza nei momenti decisivi: la Juve di ieri è la stessa vista contro il Real di Mijatovic o il Borussia di Ricken: squadra tesa e timorosa, lontana parente dell’invincibile armata che domina in campionato e vola sino alle semifinali. Il tecnico bianconero ha sbagliato diverse mosse: Camoranesi, impresentabile, utilizzato come vice Nedved per 45 minuti; Montero sulla fascia e Tudor al centro della difesa hanno messo in difficoltà i compagni più che gli avversari. Ma il termometro delle paure che si addensano sui bianconeri nelle finali, sono i rigori di Trezeguet, Montero e Zalayeta: nessuno dei tre calcerà più dagli undici metri in quel modo, a meno che non si ritrovino in finale di coppa Campioni.

Il Milan? L’esatto contrario. Squadra meno continua (e infatti in campionato paga dazio) e solida dal punto di vista nervoso, può contare su individualità che teoricamente in gare vinci-o-sei-fuori possono fare la differenza. Anche se ieri non si sono viste. In panchina Rivaldo e Serginho, in campo a far legna Rui Costa, Seedorf e Pirlo, non ci si deve sorprendere che il migliore alla fine risulti sempre Gattuso. Questo è il calcio secondo Ancelotti. La Juve di ieri sarebbe stata travolta dal Real o dal Manchester, il Milan globtrotters riconvertito a squadra operaia ha rischiato di perdere. Ma non lo ha fatto. Le vittorie danno convinzione e fiducia, la Juventus insegna. Al Milan un successo così mancava da troppo tempo, al suo allenatore da sempre. E’ arrivato e sicuramente ben altra consapevolezza avranno i rossoneri nell’affrontare i prossimi appuntamenti: Supercoppa e coppa Intercontinentale.

Fuori classifica l’irripetibile, con buona pace di Berlusconi, Milan di Sacchi (altra galassia), Nesta e compagni possono ambire a ripetere i successi del Milan di Capello, Boban e Savicevic. Con un Maldini in campo si può. LECHAMPIONS EUROPA

UEFA Champions League 2002-03 – Finale / Manchester, Old Trafford

JUVENTUS-MILAN 2-3 rig (0-0 dts)

Juventus: Buffon; Thuram, Tudor (42′ Birindelli), Ferrara, Montero; Camoranesi (46′ Conte), Tacchinardi, Davids (65′ Zalayeta), Zambrotta; Trezeguet, Del Piero. A disposizione: Chimenti, Pessotto, Iuliano, Di Vaio. Allenatore: Marcello Lippi
Milan: Dida; Costacurta (65′ Roque Junior), Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo (70′ Serginho), Seedorf; Rui Costa (87′ Ambrosini); Shevchenko, Inzaghi. A disposizione: Abbiati, Rivaldo, Laursen, Brocchi. Allenatore: Carlo Ancelotti

Arbitro: Merk (Germania)
Sequenza rigori: Trezeguet (J) parato, Serginho (M) gol, Birindelli gol, Seedorf (M) parato, Zalayeta (J) parato, Kaladze (M) parato, Montero (J) parato, Nesta (M) gol, Del Piero (J) gol, Shevchenko (M) gol.

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