C’est la vie. In meno di tre giorni le lacrime di addio al Barcellona hanno lasciato il posto al sorriso senza ombre con cui Leo Messi si è presentato ai tifosi del Paris Saint-Germain. Più che a Parigi sembrava di essere a Buenos Aires, vista la coreografia e l’entusiasmo con cui il sei volte pallone d’oro argentino è stato accolto nella capitale transalpina.
La Pulce, con in mano la nuova maglia e il suo nuovo (anzi vecchio) numero 30, quello dell’esordio in maglia blaugrana, ha archiviato i 21 anni col Barcellona: “Tutti sanno l’amore che ho per il Barca, è il club dove ho giocato sin da bambino e sarà sempre casa per me, anche se ci dovessimo affrontare nelle coppe. Sarà strano tornare al Camp Nou con un’altra maglia ma questo è il calcio e può succedere”. Ineccepibile.
Non si può dire lo stesso delle motivazioni calcistiche: “Certo la presenza di Neymar ha avuto un ruolo molto importante, così come quella di amici come Di Maria e Paredes. Ma sono qui perché vorrei vincere un’altra Champions, anche se non sarà facile”.
Impossibile anche per il 34enne campione argentino giustificare con argomenti di campo un trasferimento che ha motivazioni esclusivamente economiche: da un lato un club sommerso dai debiti, dall’altro l’unico in grado di spendere senza limitazioni. Barcellona e Psg sono poli opposti, emblematici del variopinto panorama economico tenuto insieme dall’Uefa sotto il grande e sempre meno credibile ombrello del FairPlay finanziario. Da un lato i catalani impossibilitati a tenere in squadra il miglior giocatore del mondo, nonostante la disponibilità a dimezzarsi l’ingaggio, dall’altro il Psg: dopo gli acquisti di Donnanrumma, Wijnaldum, Sergio Ramos, Hakimi, impiega appena 48 ore a mettere sotto contratto anche la Pulce con un biennale da 35 milioni l’anno. Contratto che va ad aggiungersi a quelli non proprio a buon mercato di Mbappe e Neymar. L’ingaggio di Mauro Icardi (in gol all’esordio in campionato) non dovrebbe invece pesare a lungo sulle casse dei parigini. L’arrivo di Messi dovrebbe mettere fine alla permanenza dell’ex centravanti dell’Inter al Parco dei Principi.
Il presidente Nasser al-Khelaifi ha rassicurato tutti sulla regolarità dell’operazione Messi: “I media dovrebbero concentrarsi non solo sugli aspetti negativi ma anche su quelli positivi. Mi aspettavo la domanda sul FairPlay. Posso confermare che noi facciamo sempre tutto nel rispetto delle regole”. Il problema non è il Psg ma le regole dell’Uefa: inadeguate a garantire una competizione sempre più aperta e equilibrata. La Champions lo è sempre meno. LECHAMPIONS EUROPA
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