Il 7 maggio 1978 Johan Cruyff giocava l’ultima partita con la maglia del Barcellona, che chiudeva il campionato al secondo posto dietro il Real Madrid. A 31 anni la scelta di abbandonare l’Europa per trasferirsi nel più rilassato e meglio pagato campionato americano era in linea con quelle delle altre stelle europee che avevano brillato nella prima metà degli anni Settanta, da Beckenbauer a George Best. Ma Cruyff nel 1978 non era ancora un giocatore finito, come avrebbe dimostrato tre anni più tardi rientrando in Olanda e portando al successo sia l’Ajax che il Feyenoord nelle sue ultime tre stagioni da calciatore. Il fatto che Cruyff nel 1978 fosse ancora il giocatore capace di fare la differenza rese incomprensibile la decisione di chiudere col calcio che conta, rinunciando nel giro di poche settimane sia al Barcellona che ai Mondiali di Argentina.
Dopo la sconfitta con la Germania nella finale del 1974, Cruyff aveva garantito all’Olanda la qualificazione ai Mondiale argentino superando il Belgio ad Anversa il 26 marzo 1977. Quella sarebbe stata l’ultima partita con la maglia arancione. Nessuno poteva immaginarlo: ottenuto il visto per Buenos Aires si pensava che il leader della nazionale vicecampione del mondo avrebbe capitanato la nazionale in Argentina. E invece no. Si disse che Cruyff rifiutava la partecipazione al Mondiale in segno di protesta contro la dittatura militare del paese organizzatore. Solo 30 anni dopo venne fuori la verità, che spiegava sia l’addio al Barcellona che quello alla nazionale. Pochi mesi prima Cruyff e la sua famiglia erano stati vittime di una banda di sequestratori, che era riuscita ad introdursi nell’abitazione del calciatore olandese a Barcellona. “Ci hanno puntato le pistole contro e hanno immobilizzato me e mia moglie davanti ai bambini. Da quel momento la polizia iniziò a dormire nella nostra casa, a scortare i bambini a scuola e a proteggerci ovunque. Non era possibile continuare così. Anche per questo ho detto no al Mondiale: lì devi essere al 200% per poter essere utile”. Anche senza Cruyff l’Olanda al Mondiale 78 raggiunge la finale, dove, ancora una volta, si trova opposta ai padroni di casa. Un palo nega a Rob Rensenbrink il gol del 2-1 nei minuti di recupero dei tempi regolamentari. Nella mezz’ora supplementare è l’Argentina con Daniel Bertoni e Mario Kempes a infliggere la seconda delusione Mondiale consecutiva all’Olanda. ECL EUROPA
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