

Il Liverpool supera 2-0 gli Spurs e conquista per la sesta volta la Coppa Campioni. Nella finale di Madrid non si è visto il gioco entusiasmante che ha caratterizzato la stagione dei reds ma i gol di Salah e Origi, l’eroe del 4-0 in semifinale col Barcellona, hanno vendicato le sconfitte nelle ultime due finali disputate: nel 2007 ad Atene contro il Milan e un anno fa col Real Madrid a Kiev. La coppa torna ad Anfield 14 anni dopo il successo di Istanbul nel 2005 contro il Milan.
Una partita, condizionata dai trenta gradi di temperatura e dalle due settimane di inattività delle squadre, che concentra le sue emozioni maggiori in avvio e in coda. Dopo 22 secondi un passaggio di Mané al limite dell’area carambola sul braccio disteso di Sissoko: rigore. L’eccellente Skomina non ha bisogno del Var e indica il dischetto, da dove Salah batte Lloris, che intuisce ma non sfiora nemmeno il missile dell’attaccante egiziano. L’1-0 del Liverpool costringe gli Spurs a fare la partita ma le uniche due conclusioni in porta sono dei terzini dei reds: al 18′ Alexander Arnold, dai venti metri, manda di poco lato alla destra di Lloris; al 38′ Robertson impegna dal limite il numero uno del Tottenham con un tiro potente ma centrale, che il nazionale francese manda sopra la traversa. Primo tempo dove lo spettacolo è stato regalato dalle due tifoserie, impegnate in canti incessanti, mentre in campo è stato ben inferiore alle attese: due squadre nate per giocare all’attacco quasi paralizzate dalla tensione, dalla consapevolezza della posta in palio. Nela ripresa cambia tutto. Gli Spurs vanno avanti, il Liverpool si chiude e gioca di rimessa. E bravo Klopp a notare il calo dei suoi e mandare in campo attorno all’ora di gioco Origi e Milner, al posto di Firmino e Wjinaldum. Forze fresche che stimolano una risposta di Pochettino, che al 66′ tira fuori dal freezer Lucas Moura: l’eroe di Amsterdam sostituisce Winks, che in mezzo al campo viene rimpiazzato da Eriksen, arretrato in mediana.
Gli Spurs si sbilanciano e regalano spazi che i Reds non sfruttano, se non al 69′ con un’accelerazione di Mané, che taglia in due la retroguardia londinese per servire, con la collaborazione di Origi, Milner che dal limite sfiora il palo alla sinistra di un Lloris immobile. Aver sfiorato lo 0-2 libera il Tottenham che mette alla prova Allison con Dele Alli, Son, Eriksen, Kane. La differenza con lo sciagurato Karius, che era costato la coppa un anno fa contro il Real, è evidente: i reds non hanno più un modello ma un campione tra i pali. Negli ultimi venti minuti lo ha confermato: nessuna parata superlativa, ma una sicurezza, contagiosa, in tutti gli interventi. Il muro eretto dal brasiliano, Van Djik e Matip era troppo per gli Spurs, che chiudono a testa alta una grande Champions. Non è una squadra di passaggio.
Ma al Wanda coppa e festa sono del Liverpool di Klopp, che al terzo tentativo conquista finalmente il massimo alloro continentale. Se sia l’inizio di un ciclo è da vedere, ma il secondo posto in campionato e il primo in Europa sono rivelatori di basi solide e squadra assetata di vittorie. LECHAMPIONS EUROPA
UEFA Champions League 2018-19 – Finale / Madrid, Wanda Metropolitano
TOTTENHAM-LIVERPOOL 0-2 (0-1)
Tottenham: Lloris, Trippier, Alderweireld, Vertonghen, Rose; Winks (Lucas Moura 66′), Sissoko (Dier 74′); Son, Eriksen, Alli (Llorente 82′); Kane. Allenatore: Mauricio Pochettino
Liverpool: Allison, Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson; Henderson, Fabinho, Wijnaldum (Milner 62′); Salah, Firmino (Origi 59′), Mané (Gomez 90′). Allenatore: Jurgen Klopp
Arbitro: Damir Skomina (Slovenia)
Rete: Salah 2′ (rig), Origi 87′
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