Ahmed Abdul Zaher (Al Ahly)
Esultanza fuorilegge: la Rabaa di Ahmed Abdul Zaher

Caos. Questa ormai è la dimensione abituale dell’Al Ahly, sempre più squadra simbolo dell’Egitto e dei suoi disordini. Difficile trovare un altro club così identificabile nelle disgrazie di una nazione e al passo con la sua agenda politica. Un’autentica squadra del popolo: dalla tragedia di Port Said in poi, per i campioni d’Africa, ce n’è una al giorno. E nelle ultime ore l’incalzare degli eventi è ancora più frenetico: domenica supera 2-0 gli Orlando Pirates con reti di Mohammed Aboutrika e Ahmed Abdul Zaher vince la Champions League africana per l’ottava volta, ma dopo la gara si parla solo del ritiro di Aboutrika e dei laser usati dai tifosi egiziani per disturbare i giocatori rivali. Neanche il tempo di disinnescare queste mine che esplode la “bomba” Ahmed Abdul Zaher. E’ la maledizione finale: nessuna gioia per i principali protagonisti della vittoria, Aboutrika e Abdul Zaher, gli autori dei due gol che hanno dato all’Al Ahly la CAF Champions League 2013. Il primo viene pregato con insistenza di ritornare sui suoi passi, mentre il secondo è stato messo fuori rosa per aver celebrato il gol del 2-0 sui sudafricani con il saluto “delle quattro dita”: il segno della Rabaa.

Rabaa, quattro in arabo, è il simbolo utilizzato dai sostenitori dell’ex presidente Morsi per ricordare gli eventi del 14 agosto scorso, quando l’azione di repressione dell’esercito portò alla distruzione della moschea di Rabaa al-Adawiya e all’uccisione di oltre 500 persone, quasi tutte simpatizzanti col partito dei Fratelli musulmani. Il simbolo della RabaaQuello di Abdul Zaher, secondo il club e le autorità militari attualmente al governo, era inequivocabilmente un messaggio di solidarietà alla causa di Morsi. Un’esultanza fuorilegge. Da punire in modo esemplare. Non è una novità: un gesto analogo il mese scorso era costato caro al campione di kung-fu Mohamed Youssef, colpevole di aver indossato una maglietta raffigurante con le quattro dita durante una premiazione: medaglia ritirata e squalifica di due anni da ogni competizione.

Ahmed Abdul Zaher, non potendo negare il gesto (ripreso da tv e fotografi), ha provato a modificarne l’interpretazione: “Non volevo simpatizzare con una fazione politica o con l’altra. La mia unica intenzione era ricordare i morti di Rabaa, sia i cittadini e che le forze dell’ordine”. Non gli ha creduto nessuno: l’Al Ahly giocherà il prossimo Mondiale per club, in programma a dicembre in Marocco, senza il suo centravanti titolare. ECL AFRICA

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