Saper incassare le critiche è questione di stile e intelligenza.
C’è chi si limita ad abbozzare, chi ci riflette sopra, chi vien spronato a migliorarsi. Ma più di frequente i giudizi negativi vengono mal sopportati. Il mondo del calcio offre tre tipologie di reazione scomposta.
La prima è tipica degli attaccanti. A secco da dieci partite, alla prima segnatura dopo averne mancate venti (da vedere cosa farà Milito quando si sbloccherà) anziché esultare e ringraziare per la pazienza preferiscono inveire e zittire chi ha mostrato scarsa fiducia.
La seconda è quella degli allenatori, che quanto a permalosità non scherzano. Esemplare lo sfogo di Claudio Ranieri alla vigilia della sfida di campionato col Bologna, che arrivava dopo un Bayern-Roma di Champions League di rara bruttezza: il tecnico giallorosso ha voluto chiarire il suo punto di vista a chi aveva osato metterlo in croce solo perché la Roma in due mesi non aveva giocato ancora una partita decente. “Mi dicono: perché non mette Simplicio? Simplicio è un buon giocatore, ci sarà utile, ma ha lo stesso grado di preaparazione di De Rossi e Pizarro, e secondo voi chi metto a parità di condizione uno nuovo o i campioni che ci hanno tirato avanti tutto lo scorso campionato?”. Il più in forma avrebbe dovuto essere la risposta, ma non poteva esser data, perché si trattava di un monologo che non ammetteva repliche. La risposta poi è arrivata, dal campo, puntuale: all’Olimpico contro una squadra mediocre come il Bologna, i giallorossi si sono trovati in vantaggio 2-0 per poi farsi raggiungere sul 2-2. Avesse vinto Ranieri sarebbe stato visto come un mago: “Sfogo salutare, ha sferzato la squadra”. Non c’è riuscito e ora anche i più pavidi riescono finalmente a descrivere la Roma per quello che è: “Squadra nervosa, confusa, macchinosa”.
La terza è molto americana. Ci si presenta al campo d’allenamento armati e si fa fuoco. E’ quel che ha fatto il portiere del Motagua Donaldo Morales. Fino a ieri il 27enne estremo difensore della nazionale honduregna era noto per appartenere a quella elite di portieri capaci di andare in gol su azione: esattamente con una girata di testa nei minuti di recupero di una sfida di campionato contro l’Olimpia. Un gol segnato non cancella i troppi concessi, anche quelli che sono costati l’eliminazione nel preliminare di Champions League contro il Toronto. Ma soprattutto la doppietta che una settimana fa in campionato ha regalato il 2-2 al Vida. Questo almeno il pensiero di Saul Carranza, cronista del quotidiano sportivo honduregno Diez, deciso nell’evidenziare gli errori del portiere. E così mentre durante il riscaldamento Carranza intervistava il centrocampista del Motagua Jorge Claros, Morales armato di pistola ad aria compressa sparava tre colpi: due centravano l’intervistatore, uno il compagno di squadra. Ha porto le scuse, non sono state accettate, ed è sceso regolamente in campo contro il Real España. ECL
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