Tre gol a Windsor Park. Non sono un evento frequente per gli attaccanti della nazionale nordirlandese, abituati da sempre a dare una mano al centrocampo più che a pensare di infastidire il portiere avversario.
Un’abitudine che nel gennaio 2004 era costata il posto al ct Sammy McIllroy (uno degli eroi di Spagna ’82), dopo 10 partite consecutive senza lo straccio di un gol segnato. Era forse il destino di una squadra che alla prima apparizione nel calcio internazionale nel 1882 non era riuscita a fare di meglio che perdere 13-0 contro l’Inghilterra. Nonostante l’esordio disastroso, l’Irlanda del Nord non è mai stata una squadra materasso tipo Malta o Lussemburgo, ma il penultimo gradino del calcio europeo sì.
Una condizione dalla quale hanno provato ad elevarla, con alterne fortune, giocatori di classe pura come i grandissimi George Best e Pat Jennings. Ma l’Irlanda del Nord ha sempre fatto pochino. Tranne occasionali lampi, come ai mondiali del 1958 e del 1982, quando in entrambe le occasioni la squadra riuscì a raggiungere i quarti di finale. O più recentemente, il 7 settembre di un anno fa quando riuscì a sconfiggere 1-0 a Belfast la nazionale inglese guidata da Sven Goran Eriksson (immediatamente ribattezzato “asino” dai tabloid britannici). Quel gol storico, cui l’ex ct inglese deve il soprannome “donkey”, portava la firma di David Healy. Lo stesso giocatore che mercoledì scorso, 364 giorni dopo, ha messo ko la Spagna. Da solo: tre gol, tre espressioni di abilità, opportunismo e fantasia. Una tripletta che ha consentito ai verdi, due volte in svantaggio, di recuperare e addirittura vincere 3-2. Il destino di ogni vittoria delle “piccole” è sempre lo stesso: «storica» in patria, «vergogna nazionale» per i rivali (che si guardano bene dal trovare altra spiegazione che non sia la propria giornata no). E conseguente gogna per ct e giocatori avversari. Anche stavolta è andata così, con l’eccezione che tutta Europa ha finalmente scoperto David Healy, 27enne centravanti del Leeds United (serie cadetta inglese), miglior realizzatore di sempre della nazionale con 23 reti. Healy le qualità le ha sempre avute, finora gli era mancata la vetrina. Con questa tripletta se l’è inventata e ha salavato la faccia a se stesso e ai suoi compagni dopo il 3-0 di tre giorni prima, sùbito in Islanda (in un derby tra quasi-cenerentole).
Che l’impresa possa imprimere un’accelerazione alla sua carriera è da vedere, che gli abbia dato un posto definitivo nella storia del calcio anglossassone è certo: solo una volta, trentacinque anni fa, a Windsor Park c’erano stati tre gol di un giocatore della nazionale di casa. George Best. LECHAMPIONS EUROPADavid Healy
Nato a Downpatrick il 5 ottobre 1979
Squadre
Leeds United (dall’ottobre 2004); Norwich (dal gennaio al maggio 2003); Preston (dal dicembre 2000 all’ottobre 2004); Port Vale (dal febbraio al maggio 2000); Manchester United (1999, senza mai scendere in campo con la prima squadra)
Nazionale
Irlanda del Nord
Un’abitudine che nel gennaio 2004 era costata il posto al ct Sammy McIllroy (uno degli eroi di Spagna ’82), dopo 10 partite consecutive senza lo straccio di un gol segnato. Era forse il destino di una squadra che alla prima apparizione nel calcio internazionale nel 1882 non era riuscita a fare di meglio che perdere 13-0 contro l’Inghilterra. Nonostante l’esordio disastroso, l’Irlanda del Nord non è mai stata una squadra materasso tipo Malta o Lussemburgo, ma il penultimo gradino del calcio europeo sì.
Una condizione dalla quale hanno provato ad elevarla, con alterne fortune, giocatori di classe pura come i grandissimi George Best e Pat Jennings. Ma l’Irlanda del Nord ha sempre fatto pochino. Tranne occasionali lampi, come ai mondiali del 1958 e del 1982, quando in entrambe le occasioni la squadra riuscì a raggiungere i quarti di finale. O più recentemente, il 7 settembre di un anno fa quando riuscì a sconfiggere 1-0 a Belfast la nazionale inglese guidata da Sven Goran Eriksson (immediatamente ribattezzato “asino” dai tabloid britannici). Quel gol storico, cui l’ex ct inglese deve il soprannome “donkey”, portava la firma di David Healy. Lo stesso giocatore che mercoledì scorso, 364 giorni dopo, ha messo ko la Spagna. Da solo: tre gol, tre espressioni di abilità, opportunismo e fantasia. Una tripletta che ha consentito ai verdi, due volte in svantaggio, di recuperare e addirittura vincere 3-2. Il destino di ogni vittoria delle “piccole” è sempre lo stesso: «storica» in patria, «vergogna nazionale» per i rivali (che si guardano bene dal trovare altra spiegazione che non sia la propria giornata no). E conseguente gogna per ct e giocatori avversari. Anche stavolta è andata così, con l’eccezione che tutta Europa ha finalmente scoperto David Healy, 27enne centravanti del Leeds United (serie cadetta inglese), miglior realizzatore di sempre della nazionale con 23 reti. Healy le qualità le ha sempre avute, finora gli era mancata la vetrina. Con questa tripletta se l’è inventata e ha salavato la faccia a se stesso e ai suoi compagni dopo il 3-0 di tre giorni prima, sùbito in Islanda (in un derby tra quasi-cenerentole).
Che l’impresa possa imprimere un’accelerazione alla sua carriera è da vedere, che gli abbia dato un posto definitivo nella storia del calcio anglossassone è certo: solo una volta, trentacinque anni fa, a Windsor Park c’erano stati tre gol di un giocatore della nazionale di casa. George Best. LECHAMPIONS EUROPADavid Healy
Nato a Downpatrick il 5 ottobre 1979
Squadre
Leeds United (dall’ottobre 2004); Norwich (dal gennaio al maggio 2003); Preston (dal dicembre 2000 all’ottobre 2004); Port Vale (dal febbraio al maggio 2000); Manchester United (1999, senza mai scendere in campo con la prima squadra)
Nazionale
Irlanda del Nord
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