Una doppietta di Gabigol allo scadere strappa dalle mani del River la Coppa Libertadores 2019 per regalarla al Flamengo. Una finale incredibile, che ha ricordata quella in cui il Manchester United aveva ribaltato l’esito della sfida col Bayern Monaco nella Champions League europea 1999, coi tedeschi avanti di un gol sino allo scadere per poi ritrovarsi sotto 2-1 in due minuti. Se per i red devils gli eroi erano stati i sostituti Sheringham e Solskjaer, per rossoneri brasiliani le reti sono arrivate dall’uomo più atteso della finale e, sino all’89’, forse il più deludente. Ma i due gol in tre minuti firmati da Gabigol consegnano al Flamengo la Libertadores per la seconda volta nella sua storia, dopo il trionfo ottenuto nel 1981 con Zico, Leandro e Junior, e lo mettono accanto a quei mostri sacri nella storia del club.
Un anno fa l’epilogo della Libertadores come l’avevamo sempre conosciuta, con la finale di andata e ritorno, aveva avuto lo scenario prestigioso ma incongruo dello stadio Santiago Bernabeu, a causa degli incidenti che avevano impedito la disputa della gara di ritorno in casa del River. Ma anche la prima edizione con la nuova formula, all’europea, con finale in gara unica, parte con un cambio della sede prestabilita: non più Santiago del Cile ma Lima, vista l’impossibilità di assicurare la sicurezza di tifosi e squadre a causa delle proteste della popolazione contro il governo e i disordini ormai all’ordine del giorno, che hanno portato alla sospensione del campionato cileno.
La sfida tra Flamengo e River Plate mette di fronte le due squadre più forti del Sudamerica. L’ex tecnico del Benfica Jorge Jesus ha riportato i rossoneri brasiliani ai fasti dei prima anni 80, quando vincevano Libertadores e Coppa Intercontinentale, grazie ai gol di Zico. Adesso le segnature portano le firme di Bruno Henrique e, soprattutto, dell’ex interista Gabriel Barbosa, capocannoniere stagionale.
Gli argentini, campioni uscenti, sotto la guida di Marcelo Gallardo si sono imposti come la squadra più vincente del continente. Dopo aver rimpiazzato Ramon Diaz sulla panchina dei Millionarios cinque anni fa, Gallardo ha portato i biancorossi a conquistare due volte la Libertadores, tre la Coppa Sudamericana e tre la Recopa. Successi che, sommati a due coppe nazionali e una Supercoppa d’Argentina, ne hanno fatto il tecnico più vincente della storia del club. Uno stratega capace di portare a casa trofei in ogni stagione, nonostante una squadra smontata e ricostruita dopo ogni sessione di mercato. Si capisce perché anche i tifosi concordano nel considerare il tecnico la vera stella del River.
E il primo tempo della finale spiega perché il Barcellona abbia scelto Gallardo per il dopo Valverde. Il River Plate incarta completamente il Flamengo, che non libera mai al tiro i celebrati Gabigol e Bruno Henrique e fatica a sfuggire al pressing argentino. E proprio su una palla recuperata a ridosso dell’area brasiliana Rafael Santos Borre, servito a centro area, supera al 15′ con una pronta girata rasoterra Diego Alves. Il gol non scuote il Flamengo, incapace di sottrarre al River il controllo del gioco.
La prima occasione da rete brasiliana arriva solo al 57′, ma è un’occasione d’oro: su assist dal fondo di Bruno Henrique Gabigol ha l’occasione di battere a rete da pochi passi, ma centra un avversario e poi ci pensa Armani a bloccare sulla linea la ribattuta di Everton Ribeiro. Lampo senza seguito per i brasiliani, che stentano a decollare. Al 66′ Jesus manda in campo Diego Ribas. L’impatto dell’ex mezzala della Juventus è immediato: i rossoneri iniziano a rendersi pericolosi, proprio grazie alle iniziative del nuovo entrato, che avrebbe meritato il posto da titolare in questa finale. Ma mentre anche la scossa-Diego sembra aver esaurito l’effetto, il River continua a mancare il raddoppio in contropiede e finisce, incredibilmente, per regalare a sua volta una ripartenza agli avversari che trovano così all’89’ il pareggio con Gabigol sotto porta. Da non credere. Una partita controllata in lungo e in largo dal River, praticamente chiusa, riaperta in un attimo per una distrazione. Una beffa che si completa senza nemmeno bisogno dei supplementari, perché Gabigol ruba palla ai venti metri, tiene botta e fulmina Armani, firmando il 2-1 che decide la finale. Rete numero 40 in stagione per il bomber rossonero, ancora di proprietà dell’Inter, che a questo punto si ritrova in mano un pezzo da novanta del prossimo calciomercato. Proprio l’ex interista e l’ex tecnico del Benfica Jorge Jesus sono gli uomini copertina del successo brasiliano, che fa di Rafinha l’undicesimo giocatore capace di vincere il massimo trofeo continentale sia in Europa che in Sudamerica. E adesso Flamengo al Mondiale per Club, dove ritroverà il Liverpool, sconfitto 3-0 nell’Intercontinentale di 38 anni fa. Allora c’era Zico, adesso Gabigol, che con la doppietta di oggi si è ritagliato un posto accanto al Galinho. Chi l’avrebbe mai detto? LECHAMPIONS AMERICA
Coppa Libertadores 2019 – Finale / Lima, Stadio Monumental
FLAMENGO-RIVER PLATE 2-1 (0-1)
Flamengo: Diego Alves, Rafinha, Rodrigo Caio, Pablo Marí, Filipe Luis, Willian Arão (Vitinho 86′), Gerson (Diego Ribeiro 66′), Éverton Ribeiro, G. De Arrascaeta (Da Motta 94′), Gabriel Barbosa, Bruno Henrique. Allenatore: Jorge Jesus
River Plate: Armani; Montiel, Martinez Quarta, Pinola, Casco (Diaz 77′); Nacho Fernández (Alvarez 69′), Enzo Pérez, Palacios, De La Cruz; Borre (Pratto 75′), Matias Suárez. Allenatore: Marcelo Gallardo
Arbitro: Roberto Tobar (Cile)
Reti: Borre 15′; Gabriel Barbosa 89′, 92′
Ammoniti: Mari; Casco, Matias Suarez, Enzo Pérez
Espulsi: Palacios 94′, Gabriel Barbosa 95′
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