Le cautele dell’andata sono scomparse e il ritorno degli ottavi è stato un condensato di emozioni e sorprese.
Come accaduto anche nel turno precedente, la gara più intesa e spettacolare si è disputata all’Ali Sami Yen Stadium di Istanbul dove il Galatasaray è passato dall’euforia più sfrenata alla delusione più profonda in meno di quaranta minuti. Non ci sono mezze misure quando ci sono i giallorossi di mezzo. In vantaggio al 42′ grazie a un rigore trasformato da Harry Kewell, nuovamente schierato nella posizione di difensore centrale da Bülent Korkmaz, il “grande capitano”, che da un mese ha preso il posto in panchina di Michael Skibbe, esonerato dopo i deludenti risultati in campionato. In apertura di ripresa arrivava il raddoppio, grazie a un altro ex giocatore del Liverpool, il ceco Milan Baros che al 49′, dopo l’1-1 dell’andata, metteva al sicuro la qualificazione. Almeno così sembrava. E invece con l’Amburgo al tappeto, ci pensava il peruviano Guerrero a rianimare i suoi con un gol da lunga distanza al 57′ che sorprendeva l’ex portiere dell’Udinese Morgan De Sanctis. L’asso del Perù si ripeteva tre minuti più tardi, dopo aver saltato l’intera retroguardia locale, portando il risultato sul 2-2 e capovolgendo così il discorso qualificazione. L’assalto all’arma bianca dei padroni di casa non produce nulla se non l’occasione per il terzo gol tedesco che arriva al 90′ grazie a un bel pallonetto di Ivica Olic.
Dopo l’1-0 dell’andata e il 2-0 della prima mezzora, grazie ai gol di Prödl al 6′ e Pizarro al 27′, il Werder Brema non ha dovuto faticare tanto per conquistare il passaggio del turno contro il St Etienne. I francesi hanno onorato l’ottimo torneo con un secondo tempo orgoglioso, dove hanno trovato due reti – con Benalouane al 64′ e Grax nei minuti di recupero – e gli applausi di ringraziamento dei propri tifosi. La Germania porta così ai quarti due formazioni.
Colpi di scena a ripetizione in Danimarca, dove sino all’85’ il Manchester City, dopo il 2-0 dell’andata, stava portando a casa la più tranquilla e soporifera delle qualificazioni. Il gol di Shelton a cinque minuti dal termine riapriva improvvisamente la contesa per l’Aalborg. Al novantesimo l’arbitro francese Lannoy era costretto a concedere un penalty ai padroni di casa per l’evidente quando immotivato fallo di mano di Evans su un corner danese. Palla pesantissima che Jakobsen mette in rete: due a zero e tempi supplementari. I giocatori di Hughes sono così costretti a giocare una mezzora aggiuntiva quando già pensavano alla doccia. Non accade nulla sino ai rigori, dove Shay Given giustifica chi lo considera il portiere più sottovalutato al mondo, parando le conclusioni di Augustinussen e Shelton, coi compagni che mettono a segno tutti i rigori. L’irlandese viene considerato da Trapattoni e Hughes al livello di Buffon, Cech e Casillas, consapevoli che l’aver giocato dieci anni col Newcastle non ne ha favorito la consacrazione internazionale.
Oltre Francia e Germania, l’unica nazione a mandare due squadre ai quarti è l’Ucraina. Se la vede brutta la Dinamo Kiev che dopo aver vinto 1-0 all’andata, a undici minuti dal termine si trovava sotto 3-1 contro il Metalist Kharkiv. La squadra che ha eliminato la Sampdoria conferma di avere gioco, coraggio e tanto talento ma l’autogol di Berezovchuk al 79′ dà il 2-3 agli ospiti che gli vale il passaggio del turno. Peccato, esce una bella squadra.
Successo molto brasiliano quello dello Shakhtar allenato da Mircea Lucescu sul Cska Mosca allenato da Zico. I moscoviti dovevano difendere l’1-0 dell’andata e dopo aver dominato la prima frazione, sono usciti dagli spogliatoi stranamente passivi, consentendo allo Shakthar di entrare finalmente in partita. Di più: gli ospiti hanno lasciato l’intera ribalta ai padroni di casa che hanno ribaltato lo 0-1 di Mosca grazie a una doppietta verdeoro, con Fernandinho su rigore al 54′ e Luiz Adriano al 70′.
Con Guillaume Hoarau il Paris Saint Germain ha trovato molto più che l’erede di Pauleta. Alla prolificità in campionato, tipica del centravanti portoghese, l’ariete di Le Guen aggiunge la capacità di essere decisivo anche a livello internazionale. Il protagonista numero uno della rinascita parigina è l’autore dell’unico gol segnato in 180 minuti tra Psg e Braga. Tenuto in panchina sino al 76′, affianco agli altri big Makelele e Giuly, viene mandato in campo al posto di Kezman con la speranza di sbloccare l’equilibrio. Scelta premiata dopo appena quattro minuti: l’1-0 decisivo arriva all’81’ quando i padroni di casa portoghesi già pensavano ai supplementari. I parigini rappresenteranno la Ligue 1 nei quarti assieme al Marsiglia, che il giorno prima aveva eliminato l’Ajax. ECL