La squadra di Amsterdam avvia la rivoluzione partendo dal top: il suo uomo simbolo avrà carta bianca per riorganizzare. E’ il terzo ritorno.

Anche fuori da Inghilterra, Italia e Spagna si può costruire una grande squadra in grado di competere per i massimi traguardi a livello continentale e mondiale. Questa la scommessa della dirigenza dell’Ajax. Per provare a rinverdire i fasti degli anni Settanta è ripartita da allora: da Johan Cruyff.
E’ il suo terzo ritorno. Il primo da giocatore, nei primi anni Ottanta: di ritorno dalla parentesi americana nei Washington Diplomats e nei Los Angeles Atzecs e l’apparizione nel Levante in Spagna. Il secondo: da allenatore, dopo aver chiuso la carriera da calciatore vincendo il titolo con i rivali del Feyenoord. Adesso il terzo, da superdirigente: avrà pieni poteri nel riorganizzare la struttura sportiva.
Ridimensionata, da parecchio, all’estero, la squadra di Amsterdam non domina più nemmeno in patria. La rifondazione finora era stata evitata con una serie di ritocchi che non avevano dato i risultati sperati. A partire dai ritorni dei “vecchi” Stam e Davids. Tanto entusiasmo ma pochi successi. Per rinverdire i vecchi fasti ci voleva ben altro.
Da qui la scelta di azzerare tutto e dare carta bianca al migliore. Nessuno conosce il calcio meglio di Cruyff, nessuno conosce come lui l’Ajax, i suoi tifosi, i suoi giocatori, vizi e virtù dell’ambiente. E’ bastato nominarlo per rendere l’Ajax nuovamente una destinazione prestigiosa e, quindi, capace di attrarre grandi giocatori e non solo calciatori pieni di nostalgia o speranza. L’Ajax di Cruyff riporterà la sua scuola calcio a livelli di eccellenza e avrà un occhio per la prima squadra, il vero traino. L’allenatore, Chelsea permettendo, dovrebbe Marco Van Basten. Il contratto con la nazionale scade al termine dell’Europeo in Austra e Svizzera. Se Van Basten dovesse dire al suo vecchio maestro è pronto Frank Rijkaard.
In parte il modello sarà il Bayern Monaco di Franz Beckenbauer, capace di attrarre campioni stranieri come Luca Toni e Frank Ribery e di continuare a mettere sotto contratto i migliori giocatori tedeschi.
L’Ajax negli ultimi venti anni ha continuato ad allevare piccoli campioni che poi sono andati a fare le fortune di altre squadre. Una gestione da provinciale più che da squadra dal blasone e fascino comprovato. Con l’arrivo Cruyff riappropriarsi della propria storia, non è più un sogno ma una possibilità concreta. Se c’è uno che può riuscirci è lui. LECHAMPIONS EUROPA

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