Barcellona, campione d'Europa 2011
Barcellona: Abidal solleva la coppa Campioni 2011

Campioni d’Europa per la quarta volta. Il Barcellona non si limita a dominare il Manchester United nella finale di Wembley ma rivela la sua grandezza in ogni frangente. Quando a un minuto dal termine Guardiola ha mandato in campo capitan Puyol, il grande escluso della finale assieme a Berbatov (capocannoniere stagionale dello United, mandato da Ferguson addirittura in tribuna), Xavi gli mette la fascia al braccio, in modo da consentirgli di sollevare la coppa. Un gesto che denota amicizia, stima e rivela un grande spogliatoio. Potrebbe bastare ma Puyol va oltre: mentre la squadra si incammina verso la tribuna d’onore per la premiazione, dà la fascia a Eric Abidal, al quale due mesi fa veniva asportato un tumore al fegato. E’ tutto così perfetto nel Barcellona: dal gioco ai buoni sentimenti. Guardando questa squadra si ha la sensazione di ammirare la perfezione, dentro e fuori dal campo, quella che solo i grandissimi sanno produrre al top della carriera: Michael Jordan, Roger Federer, Ayrton Senna, Muhammad Ali. Il Barca di Guardiola e Messi sta al calcio come questi campionissimi ai rispettivi sport: vincenti, impeccabili, esemplari.
Del tiki-taka blaugrana si è ormai detto tutto: un modo di giocare noto a chiunque ma apparentemente impossibile da fermare: puoi rubare la partita al Barca ma mai giocare meglio. Ferguson ha studiato il Barcellona, ha cercato di prendere spunti dalle partite giocate due anni fa dal Chelsea di Hiddink, l’anno scorso dall’Inter di Mourinho e quest’anno dallo Shakhtar di Lucescu, le squadre che in alcuni momenti hanno saputo mettere più in difficoltà i campioni di Spagna, chiudendo gli spazi sulla propria trequarti. Il Manchester United è sceso in campo senza timore e ha provato a giocare la finale a viso aperto da grande squadra qual è. Ma dopo il primo quarto d’ora, nel quale l’aggressività dei red devils ha creato parecchi problemi ai catalani, stranamente incapaci di riuscire a palleggiare come di solito, la partita si è pian piano incanalata verso il copione abituale per il Barcellona di Guardiola: possesso palla nella trequarti avversaria, linea di difesa a ridosso della matacampo, Xavi che muove compagni e avversari a piacimento, Messi che rientra per creare spazi in cui lanciare se stesso e i compagni. Il Manchester fa quel che può: difende, fatica, ma lo fa con la compostezza e la determinazione abituali.
Al 15′ Dani Alves dalla destra mette una palla sul primo palo che Pedro manda di poco a lato. Al 19′ è David Villa dal limite a mettere fuori di un metro. Due minuti più tardi, al limite dell’area piccola Vidic blocca Messi lanciato a rete, con un tackle spettacolare per tempismo e coraggio; al 24′ il Pallone d’oro argentino viene fermato in area da Ferdinand: siamo all’assedio. Al 26′ Iniesta recupera palla a metacampo e serve Xavi, che conferma di essere il miglior regista del mondo, forse di sempre: il Genio del Barca vede un passaggio che solo lui poteva vedere, e si inventa un assist sulla destra per Pedro, che si trova così solo davanti a Van der Sar: un “rigore”  che Pedrito, nonostante la scivolata di Vidic, trasforma con freddezza, spiazzando con un rasoterra il portiere olandese. Il Barca non si ferma e continua a ubriacare lo United. C’è aria di goleada. Ma al 33′, al primo affondo, gli inglesi vanno in gol con Rooney bravissimo a chiudere con un tiro sotto l’incrocio uno splendido uno-due con Ryan Giggs. Nel pareggio c’è tutta la grandezza dello United: squadra abituata a essere talvolta sopraffatta dagli avversari (vedi sfide con l’Arsenal) ma capace di colpire al primo tentativo e cambiare l’inerzia delle partite. Andare all’intervallo sulla parità e già un ottimo risultato per questo United.
La ripresa inizia col Barcellona in avanti a testa bassa. Le triangolazioni aumentano di velocità e intensità e la sensazione è che l’1-1 abbia messo paura ai blaugrana: meglio evitare rischi e chiederla subito. Così è. Al 54′ Messi dal limite sorprende Van der Sar, coperto in parte da Ferdinand: per l’argentino è il 100° gol realizzato dopo quello segnato contro l’United nella finale di Roma 2009. Tra le due finali di Champions League cento reti: fenomenale. Scontato sia lui il man of the match. Al 62′ Messi impegna ancora Van der Sar, che tre minuti dopo si supera per deviare in angolo un bel esterno destro dai 20 metri di Xavi. Al 69′ il portiere olandese non può nulla sul tiro dal limite di David Villa, bravissimo a piazzare una parabola a rientrare sotto l’incrocio. Al 91′ il neoentrato Affelay prova a segnare il 4-1 ma Van der Sar para: per il grande portiere olandese è l’ultima parata di una gloriosa carriera, cui sfugge solo l’acuto finale. Il Barcellona diventa così campione continentale per quarta volta: raggiunge Ajax e Bayern. Squadre mitiche, che hanno scritto la storia di questo sport e di questa competizione, ma questo Barca sembra aver già fatto meglio. LECHAMPIONS EUROPA

UEFA Champions League 2010-11 – Finale / Londra, Wembley

BARCELLONA-MANCHESTER UTD 3-1 (1-1)

Barcellona: Valdes; Alves (88′ Puyol), Mascherano, Piqué, Abidal; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro (91′ Affelay), Messi, Villa (86′ Keita). In panchina: Oier, Adriano, Thiago Alcantara, Bojan. Allenatore: Guardiola.
Manchester United: Van der Sar; Fabio (70′ Nani), Ferdinand, Vidic, Evra; Valencia, Carrick (77′ Scholes), Giggs, Park; Rooney; Hernandez. In panchina: Kuszczak, Smalling, Fletcher, Anderson, Owen. Allenatore: Ferguson

Arbitro: Kassai (Ungheria)
Reti: Pedro 27′, Messi 54′, Villa 69′; Rooney 34′
Ammoniti: Alves, Valdes; Carrick, Valencia

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