Balli, canti, divertimento. Poi, all’improvviso, la sorpresa, il panico, la morte che piomba addosso senza nemmeno dare il tempo di poter scappare.
Una delle sciagure più gravi mai capitate in uno stadio calcistico: l’11 maggio 1985 52 tifosi inglesi morivano tra le fiamme che si erano sviluppate nella tribuna dello stadio del Bradford City. L’incendio, partito da un semplice falò, all’improvviso avvolgeva nel fuoco l’intera tribuna “G”, completamente in legno, che ospitava i tifosi locali impegnati a celebrare la promozione nell’allora Seconda divisione (la nostra serie B).
L’incidente, avvenuto pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo della sfida contro il Lincoln City, metteva in evidenza l’insicurezza di strutture vecchie di 60-80 anni. Sono bastati meno di quattro minuti per vedere la tribuna e la copertura sovrastante ridotte a uno scheletro fumante.
Poche settimane dopo, il 29 maggio 1985, un’altra tragedia avrebbe colpito il calcio europeo: dopo il crollo del settore Z, ben 39 morti allo stadio Heysel di Bruxelles, poco prima del calcio d’inizio della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool.
Questi due eventi tragici, unitamente ai 96 tifosi del Liverpool morti schiacciati nello stadio di Hillsborough nella semifinale di FA Cup il 15 aprile 1989, obbligarono il governo Thatcher a promulgare una legislazione d’emergenza che prevedeva nuove tribune, con l’obbligo dei posti a sedere, di misure di sicurezza avanzate e di controlli dentro e fuori gli stadi. Una legislazione all’avanguardia che funge ancora oggi da modello (ineguagliato) per gli altri campionati europei. LECHAMPIONS EUROPA
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