Abila (Boca) contrastato da Maidana (River)

Due gol per parte e alla fine applausi per tutti da una Bombonera all’altezza dell’occasione. Il primo round della finale più attesa di sempre della storia della Libertadores non sceglie chi tra Boca e River conquisterà l’edizione 2018. Resta tutto aperto e il verdetto arriverà al Monumental tra due settimane.

La Conmebol non poteva chiedere di meglio ed è arrivato anche il rinvio per pioggia ad aumentare il pathos e l’attesa per la finale delle finali. Il giorno del giudizio, come è stato ribattezzato questo derby, celebra la rivalità più accesa del calcio mondiale e l’epilogo della Libertadores come l’abbiamo sempre conosciuta, prima della sua omologazione completa al formato Champions League, così come applicato in Europa e Asia con la finale in partita secca. La Libertadores 2018 sarà l’ultima a giocarsi in casa delle due finaliste e senza la regola dei gol in trasferta. Santiago del Cile ospiterà la finale 2019.

La Bombonera, tirata a lucido per l’occasione e con nessun tifoso ospite, garantisce la miglior colonna sonora possibile ai gialloblu di Schelotto, che ancora una volta lascia in panchina il suo tridente d’attacco più blasonato (Tevez, Benedetto e Zarate), preferendogli Pavón, Ábila e Villa. Ma in avvio di gara il protagonista inatteso è Augustin Rossi. Nel quarto d’ora iniziale il 23enne portiere di casa, spesso discusso, nega il vantaggio al River con due grandi parate. Una contrattura muscolare mette ko Pavon al 26′ e costringe Schelotto a anticipare l’ingresso in campo di Dario Benedetto, eroe della semifinale col Palmeiras ma ancora a corto di condizione. A sbloccare il risultato è però Ruben “Wanchope” Ábila, che al 34′ sfonda Armani sul suo palo, dopo una prima goffa respinta del portiere della nazionale argentina. La Bombonera esplode ma a zittirla ci pensa l’ex genoano Lucas Pratto, che dopo un minuto, in contropiede, buca Rossi con un diagonale rasoterra sul palo più lontano: 1-1.

L’estremo difensore locale si riscatta al 38′ negando il raddoppio del River a Gonzalo Martinez. Allo scadere del primo tempo arriva invece il 2-1 del Boca con Dario Benedetto che di testa mette alle spalle di Armani una punizione dalla trequarti di Villa. Amnesia incomprensibile della difesa del River, che si dimentica il bomber di casa in mezzo all’area, regalando al Boca il secondo gol di testa dell’intero torneo. In avvio di ripresa il Boca sembra prendere in mano la partita e invece arriva all’improvviso l’autogol di Izquierdoz, che, nel tentativo di anticipare Pratto, manda alle spalle di Rossi il pallone del 2-2. Gol che lascia il segno. Il Boca fatica e al 72′ Schelotto manda in campo il totem Tevez, reduce da una doppietta in campionato. E Carlitos allo scadere regala un assist perfetto per Benedetto, che, solo davanti ad Armani, anziché segnare centra il portiere del River.

Errore grave e pesante: il pareggio finale è una mezza vittoria per il River Plate. A rischio il sogno degli Xeneizes (i genovesi, dalle origini dei fondatori del Boca), di vincere la settima Libertadores, che li metterebbe alla pari con i connazionali dell’Independiente, detentori del record di successi nel torneo. Non solo: l’eventuale conquista del titolo regalerebbe al Boca il primo poker della storia, dopo aver realizzato nel 1969 e 2015 la doppietta campionato e coppa nazionale e il Triplete campionato-Libertadores-Intercontinentale nel 2000 e 2003. Il River, che ha realizzato il Triplete nel 1986 (erano i tempi di Enzo Francescoli e Beto Alonso), ma ha subìto l’onta della retrocessione nel 2011, ha vinto solo tre volte la Libertadores ma può vantare l’affermazione più recente (2015).

Dal 24 agosto 1913, primo Boca-River della storia, vinto dal River 2-1, la rivalità tra i due club è andata crescendo. Complici anche crocevia fondamentali come la sfida per sapere chi avrebbe dovuto abbandonare il quartiere della Boca che li accomunava (col River costretto nel 1925 a spostarsi a nord nel quartiere Núñez); o episodi tragici, come i 71 tifosi morti schiacciati nella calca del dopogara il 23 giugno 1968 nello stadio Monumental; o, ancora, vergognosi come il derby negli ottavi della Libertadores 2015, interrotto per l’invasione dei tifosi del Boca, che avevano spruzzato spray urticante sui giocatori del River. Stavolta, per fortuna, solo gol e spettacolo.

Fra due settimane si replica al Monumental, in casa dei Millionarios (chiamati così non perché emblema delle fasce più ricche ma per i 9mila dollari spesi nel 1932 per strappare al Tigre il centravanti Bernabé Ferreyra). Sapremo allora chi rappresenterà Sudamerica, Argentina e, soprattutto, Buenos Aires al prossimo Mondiale per club negli Emirati Arabi Uniti. LECHAMPIONS AMERICA

Coppa Libertadores 2018 – Finale di andata / Buenos Aires, stadio La Bombonera

BOCA JUNIORS-RIVER PLATE 2-2 (2-1)

Boca Juniors: Rossi, Jara (Buffarini 83′), Izquierdoz, Magallán, Olaza; Pérez, Barrios, Nández; Pavón (Benedetto 27′), Ábila, Villa (Tevez 73′). Allenatore: Guillermo Barros Schelotto
River Plate: Armani, Montiel, Pinola, Maidana, Lucas Martinez (Fernandez 58′), Casco; Palacios, Pérez (Zuculini 75′), Gonzalo Martínez (Quintero 77′); Pratto, Borré. Allenatore: Marcelo Gallardo (squalificato)

Arbitro: Roberto Tobar (Cile)
Reti: Ábila 34′, Benedetto 45′; Pratto 35′, Izquierdoz 62′ aut
Ammoniti: Jara, Villa, Abila, Tevez; Casco, Borré

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